«La Fondazione Pagliara nasce nel 1947 da un’idea di Maria Antonietta e Adelaide Pagliara che decisero di lasciare l’ingente patrimonio artistico ereditato dal fratello Rocco a disposizione dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, affinché le allieve dell’allora Magistero potessero avvalersene per gli studi della storia dell’arte».

Le stampe e i disegni della Fondazione Pagliara dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa rappresentano uno straordinario corpus di vedute e immagini di grande importanza per lo studio della città di Napoli, una testimonianza e una traccia fondamentale per il recupero dell’identità storica e culturale del sito. A partire dal 1978, con gli esemplari grafici della collezione, sono state organizzate varie mostre i cui esiti sono riportati nei cataloghi relativi alle esposizioni tematiche. La maggior parte di questi volumi sono consultabili open access nella sezione relativa alla Biblioteca E. Capocelli all’indirizzo beca-unisob.aniaicampania.it.

La collezione, di proprietà dell’Ente Morale SOB contiene diversi soggetti:
«(…) fra i disegni, diverse centinaia, ve ne sono alcuni attribuibili a Luca Giordano, a Francesco Solimena e a numerosi pittori dell’Ottocento napoletano.Le incisioni, dal XVI al XIX secolo, costituiscono un corpus di oltre 23.000 pezzi. Per il Seicento ricordiamo le incisioni di Tempesta, di Cesio, dei Carracci, di Della Bella, di Testa, di Salvator Rosa. Per il Settecento sono da ricordare Piranesi, Canaletto, Rosaspina, Bartolozzi e numerosi altri incisori che avevano lavorato per le Antichità Ercolanensi. Inoltre, nel 1992 l’Università ha acquisito per la Fondazione una rilevante raccolta di incisioni raffiguranti vedute e piante della città di Napoli dal XVI al XIX secolo. Tra queste, di straordinario interesse è la xilografia tratta dal volume curato da Hartman Schedel nel 1493, che propone, secondo un criterio tutto simbolico, una delle prime immagini di Napoli.

Già nel 1578 J. Hoefnagel ritrae la città dall’alto della grotta di Posillipo, un improbabile punto di vista che tuttavia offre la veduta della città dal porto al Vesuvio col caratteristico pennacchio. Nel 1618 Jan van de Velde crea la splendida veduta di Napoli dal mare che costituirà un modello per tutte le successive vedute della città. La città di Napoli di Pierre Miotte del 1648 è colta a volo d’uccello, sormontata da una corona di nubi su cui siedono la Madonna col Bambino attorniata da dodici santi patroni.
L’incisione fu fatta nel pieno della rivolta antispagnola e ciò traspare dalla carta: la legenda, infatti, descrive la situazione militare della città a seconda dei luoghi in mano ai rivoltosi o in mano agli spagnoli. Al 1840 risale la bella litografia di Guesdon e Rouargue, in cui appaiono ben riconoscibili alcuni nuclei fondamentali della città, riprodotta a volo d’uccello, dal porto, con la lanterna, a Sant’Elmo, dalla Marina a via Toledo (…)».

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