La relazione di impatto acustico a corredo del Permesso di costruire, nel Comune di Napoli.

Riprendo il discorso relativo ai difficili rapporti con gli Organi della Pubblica Amministrazione preposti al controllo ed alla concessione di permessi e/o autorizzazioni per interventi nel settore dell’edilizia privata. Per evidenziare come, ancora una volta, il Comune di Napoli si “celebri” nel configurare un ennesimo iter “inutilmente complicato”, per la realizzazione di quelle opere per le quali sia necessaria la richiesta del Permesso di costruire.

A seguito del rilascio di tale Permesso, si “scopre”, infatti,  che l’apertura del cantiere è subordinata, tra l’altro, all’ottenimento “dell’autorizzazione in deroga per i cantieri edili ai sensi  dell’art. 12 del Piano di zonizzazione acustica approvato con delibera di Consiglio comunale del 21 dicembre 2001, n. 204“;

ottenimento subordinato al  “preventivo deposito di una relazione di impatto acustico”.

In tale relazione, in maniera più o meno realistica, si indicano le attrezzature che si intende utilizzare nell’auspicabile, prossimo cantiere; la rumorosità delle stesse, la tempistica di impiego, etc.

La relazione deve essere redatta e firmata da un Tecnico abilitato, esperto in Acustica, iscritto in uno speciale elenco della Regione Campania.

Tale consulenza ha un costo che varia dai 500 euro in su, in funzione dell’importanza dell’intervento, del tipo di macchinario da impiegare.

Ma non basta! Va messo in conto che, il più delle volte, tale procedura richiede (o, sicuramente, richiedeva) un tempo infinito, nell’attesa che il funzionario preposto, apponga la propria firma, in calce all’autorizzazione!

Considerato che, per mia personale esperienza, l’autorizzazione viene concessa, sempre e comunque, come previsto, “in deroga” alle indicazioni del Piano di zonizzazione acustica, la domanda nasce spontanea: è proprio indispensabile attuare tale procedura, fonte, esclusivamente, di ulteriori perdite di tempo ed un inutile aggravio di costi???!!!

Non si potrebbe subordinare la redazione di tale Relazione all’importanza qualito-quantitativa, alla reale consistenza del cantiere?

Non si potrebbe subordinare la redazione di tale Relazione alla eventualità che il cantiere sia “all’aperto” o “al chiuso”?

Non si potrebbe surrogare tale Relazione con un’assunzione di responsabilità, da parte del Progettista e/o del Direttore dei lavori, al rispetto delle Norme contenute nel Piano di zonizzazione acustica?

Sono gradite risposte e considerazioni, in merito; o, perchè no, rettifiche e/o smentite.

Arch. Vincenzo Ciruzzi.