Le pubblicazioni della biblioteca ANIAI tra cronaca e storia

La biblioteca, per l’ANIAI, è paragonabile a un capitale consolidato, i cui interessi informano il valore delle attività via via poste in essere.

E, nell’attuale gestione, la molteplicità e la varietà delle iniziative, condotte in stretta sinergia con le più prestigiose istituzioni cittadine e nazionali, sono il sintomo di un ruolo sempre più ‘importante’ nei programmi di sviluppo del territorio, sotto il profilo culturale e professionale. Parliamo, dunque, di un fattore patrimoniale dell’associazione, che ha a che fare con la sua storia e con la sua stessa natura e ragion d’essere.

La mostra riguarda le pubblicazioni della biblioteca ANIAI appartenenti a tre specifici periodi: quelle stampate a Napoli, che precedono l’Unità d’Italia; le seconde, a cavallo tra ‘800 e ‘900, stampate a Roma; il terzo gruppo, che copre l’arco temporale tra il 1954 e il 1966, nel pieno della ripresa economica dopo il secondo conflitto mondiale.

In precedenza, analoghe iniziative erano state condotte dalla gloriosa associazione a partire dal 1978, con la schedatura delle proposte e dei progetti formulati per Napoli dal 1860 al 1898, pubblicati in un ormai prezioso volume; la relativa mostra fu allestita alla Biblioteca Nazionale. Seguì, nel 1998, la mostra dedicata ai libri tecnici editi prima dell’Unità; ancora, una terza mostra, con sintetico catalogo, dedicata al periodo tra 1840 e 1940. Infine, nel 2014, il bel volume dedicato ai progetti della seconda metà dell’Ottocento. Le ultime tre iniziative curate dal nostro attuale, attivissimo Presidente, prof. Alessandro Castagnaro.

Questa nuova idea si differenzia dalle altre precedenti perché non è dedicata a un unico periodo, ma a tre differenti ‘momenti’ storici, non scelti a caso. Tale circostanza può, infatti, consentire alcune riflessioni e raffronti focalizzati su come si sia evoluto, nel tempo, il ruolo della cultura tecnica nel più ampio panorama sociale; su come una serie di istanze e di attenzioni, in precedenza assenti o diversamente interpretate, siano entrate nella sensibilità delle Amministrazioni e degli stessi tecnici; sui risultati che tali evoluzioni hanno comportato, in concreto, sulle città e, in generale, sul paesaggio; sull’evoluzione del rapporto tra cultura locale e cultura internazionale e, all’interno della Penisola, tra medesimi ambienti professionali di differenti città e aree regionali; sul ruolo attivo, infine, che la Storiografia recita o può recitare quale ineludibile riferimento critico nelle meccaniche di aggiornamento del territorio.

Se, ad esempio, si scorre, a caso, uno dei volumi della serie Annali delle Opere Pubbliche e dell’Architettura, stampati nella città partenopea tra il 1850 e il 1857, è possibile verificare come i contenuti e i titoli vertano su temi strettamente tecnici, in particolare incentrati sui nuovi materiali, come il ferro, su materiali tradizionali, come il legno, utilizzati in modo innovativo in opere all’epoca in grande diffusione, come quelle ferroviarie e, in generale, sulle nuove tecnologie: Intorno alla costruzione de’ ponti a sbieco per mezzo di una serie di archi retti addossati gli uni agli altri; Costruzione del legname nelle strade ferrate; Intorno a un nuovo scandaglio a correttore mobile; ecc.

Si tratta, com’è evidente, di temi specifici, a volte sperimentali, spesso illustrati con ‘aperture’ a casi internazionali quali, per fare solo due esempi tra tanti, la Galleria e Ponte del Canale di Paddington, o La Grande Esposizione del 1851 a Londra, di cui sono illustrati, in articoli distinti, una serie di aspetti specifici.

Nei volumi stampati a Roma dal 1886 al 1912 è, invece, possibile riscontrare una più ampia varietà di argomenti. Emerge con maggiore frequenza l’attenzione anche per aspetti non espressamente tecnico-costruttivi, ad essi più o meno strettamente collegati. Alcuni titoli rendono l’idea, prospettando temi di sorprendente attualità, che richiamano gli odierni concetti di sostenibilità o di resilienza, seppure interpretati alla luce della cultura dell’epoca: Il nuovo censimento fondiario; L’aria viziata; Relazione sui provvedimenti atti ad allontanare il pericolo dei disastri sul lavoro, ecc.

Infine, nel terzo gruppo di volumi, stampati tra il 1954 e il 1966, i temi si moltiplicano, gli aspetti trattati si aprono a categorie più vaste, quali la didattica universitaria, la programmazione economica sul piano nazionale, l’industrializzazione del Mezzogiorno, ecc. Il ruolo dei ‘tecnici’ assume una trasversale pervasività. E ritroviamo i contributi di personalità a noi più vicine, che magari abbiamo anche conosciuto. E’, così, possibile valutare la permanenza e la validità di una eredità relativamente recente che, in un inedito processo di conversione, si storicizza attraverso una sorta di trasfigurazione della cronaca ragionata di quegli anni in consapevole prospettiva storica.

In definitiva, dalla complessiva schedatura dei tre gruppi di volumi possono rilevarsi una serie di temi che, via via, arricchiscono il corredo dei contenuti. L’accostamento degli articoli per tematiche analoghe, trasversali rispetto alla cronologia dei testi, consente, da un lato, di analizzarle come ‘spie’ dei mutamenti indotti dal progresso tecnico o dalle trasformazioni del gusto e della cultura specifica in materia; dall’altro di individuare nuove problematiche, in precedenza assenti o non considerate, che le avvicinano ai nostri giorni, facendoci toccare con mano la continuità della Storia.

Ugo Carughi